Un “farmacista” valeggiano a Trento nel XV sec.

0
Farmacista

600 ANNI FA, UN VALEGGIANO DI NOME RIGO FU UNO DEI NOTABILI DELLA CITTÀ DI TRENTO
di Cesare Farinelli

Ci sono dei nostri concittadini che hanno avuto una certa rilevanza nella storia, ma solo accidentalmente riemergono dalle nebbie del passato. È il caso di questo Rigo di Domenico che nel 1425 svolgeva la professione di Apotecario e di Procuratore generale della città di Trento: «Rigo quend. Domenicus apothecarius de Valezo, Veronæ». Grazie a questo ruolo di prestigio poté sistemare anche i propri familiari, come dimostra il fatto che nel 1441 fra i consoli della città figurava anche il figlio Giacomo «Jachopus de Rigo Apothecarius».
Nel Quattrocento un Apotecario era un “farmacista”, con qualche nozione di chimica, che preparava e somministrava medicamenti. Era una professione importante, superiore a quella di speziale e a metà strada tra quella più prestigiosa del medico e i mestieri delle Arti Maggiori, del commercio e dell’artigianato. Per esserlo non era necessaria una laurea, ma andare qualche anno “a bottega”, per apprendere le conoscenze specializzate che garantivano un ruolo chiave nella società del tempo. Gli statuti cittadini tridentini avevano regolamentato la professione, vietando fra l’altro che un apotecario potesse associarsi con un medico per scambiarsi medicamenti e pazienti in via privilegiata. Inoltre, due medici e due speziali, nominati periodicamente, controllavano tutte le botteghe in cui si producevano medicinali per evitarne l’uso scorretto o fraudolento.

Nell’età medievale i Procuratori del comune erano magistrati cittadini incaricati della conservazione delle registrazioni ufficiali, della difesa dei diritti della comunità e della sorveglianza delle opere pubbliche. In quegli anni era podestà di Trento il padovano Niccolò da Campolongo che amministrava una città di circa 5000 abitanti.
La gestione della cosa pubblica, nella Trento del XV secolo, era nelle mani di un ristretto gruppo di personaggi, appartenenti a una cerchia di notabili: giuristi, notai, commercianti e artigiani in grado di controllare l’economia locale.
Molti, fra costoro, come forse anche il nostro Apotecario, erano giunti in città nei primi anni del Quattrocento, richiamati dall’incremento delle attività commerciali e dalle riforme attuate dal principe vescovo Georg von Liechtenstein (1360-1419). Rigo, come Procuratore, ebbe diversi rapporti con le autorità religiose fra cui Alessandro di Masovia (1400-1444), principe vescovo dal 1423 e patriarca di Aquileia dal 1439 fino alla morte avvenuta nel 1444. I vescovi e i canonici erano di lingua e cultura tedesca, ma il clero era italiano. Le relazioni della diocesi tridentina con Roma furono sempre strette in quanto dovette difendersi dai tentativi di essere sottomessa dai conti del Tirolo.
Fra i documenti rimasti, il nostro Rigo appare anche come testimone in alcuni atti notarili siglati dal “notaio pubblico per autorità imperiale” Antonio da Borgonuovo. Resta però arduo ricostruire un puzzle in cui la maggior parte dei pezzi sono andati perduti lungo i secoli.
Valeggio nei primi anni del Quattrocento era da poco sotto l’egida della Serenissima, ma era solo un piccolo villaggio ancora asserragliato dalle fortificazioni scaligero-viscontee, un luogo troppo angusto per chi aveva ambizioni di farsi una posizione sociale. Non è quindi difficile capire perché Rigo abbia scelto di trasferirsi nella capitale del principato vescovile di Trento, una terra di confine fra il mondo germanico e quello italiano in quel momento ricca di opportunità.

 

AP00
AP0
AP1 .
AP2
AP4
AP5
AP6
AP7

About Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *