Rinaldo Pavan Inventore Valesa(n)

Come anticipato nell’incontro del 17 Febbraio 2023, oggi inauguriamo una nuova rubrica settimanale: “Le Pillole di Cultura Valeggiana”: una raccolta di aneddoti e immagini riguardanti avvenimenti, tradizioni, personaggi e quant’altro possa arricchire la memoria storica di quanti sono interessati a conoscere meglio il nostro territorio.

Oggi cominciamo con un articolo su Rinaldo Pavan “Inventore Valesà(n)”.

Buone pillole a tutti!

RINALDO PAVAN – Inventore valesà(n)

Nato a Verona, quartiere San Zeno, nel 1888, Rinaldo Pavan, falegname, fotografo e inventore,ha dato prova, in diversi campi, della sua geniale versatilità.

Arrivato a Valeggio nel 1941, si stabilì in via Jacopo Foroni con la famiglia e lì realizzò il suo laboratorio di falegnameria, auto costruendosi tutti i macchinari necessari alla lavorazione del legno: seghe, pialle, segatronchi, trapani, torni, ecc…(Foto 1 e 2)

Data la sua abilità nella costruzione di sedie (Foto 3), sia per uso comune che per le sale cinematografiche (quelle del Teatro Smeraldo, per esempio), i valeggiani gli affibbiarono il nomignolo di Careghéta”.

In una curiosa immagine scattata nei pressi del porto di Peschiera nel 1935 (Foto 4), si vedono quattro velocipedi realizzati da Pavan utilizzando quasi esclusivamente legno. Da sx a dx: un triciclo con portapacchi; un ciclo sidecar che poteva essere azionato anche da chi era seduto nella carrozzella; una bici anfibia battezzata Santa Maria (Foto 5 – scattata sul Ponte Visconteo) collaudata nel Lago di Garda e infine il famoso biciclo-roulotte “Fotocelere” utilizzato per il “Raid Verona-Roma” (Foto 6).

1934 Raid Verona-Roma

Pavan compì l’impresa con l’amico Attilio Boscaini in occasione della chiusura dell’Anno Santo straordinario della Redenzione (3 aprile 1934).

Durante il viaggio di andata e ritorno a Roma (lungo circa 1200 km), con partenza dal piazzale antistante la Basilica di San Zeno a Verona (Foto 7 – in cui si riconosce Rinaldo con i baffi seduto sulla bici di sinistra), i due ciclisti trovavano rifugio notturno in due brande apribili all’interno del veicolo.

Il simpatico velocipede era attrezzato inoltre con un piccolo angolo cucina e all’occorrenza poteva essere trasformato in camera oscura per sviluppare e stampare le immagini scattate da una macchina fotografica posta sulla sommità anteriore del mezzo.

L’apparecchio fotografico poteva essere azionato dai ciclisti mentre pedalavano lungo le polverose strade italiane del tempo.

Durante il viaggio, Rinaldo e Attilio proponevano servizi fotografici ai curiosi che si avvicinavano all’insolito mezzo, finanziando così con il ricavato l’ambiziosa spedizione.

Rinaldo Pavan, ci lascia nel 1961, ma non finisce qui, I figli Remigio e Antonio non mancheranno di lasciare anch’essi un segno indelebile nella comunità valeggiana.

Ma queste sono altre storie e quindi… altre “Pillole di cultura Valeggiana“…

Di seguito, alcune immagini (Foto da 8 a 10) scattate lungo il tragitto Verona-Roma.