Una storica imbarcazione valeggiana: “el sandolì”.

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Bentrovati a Tutti! Questa settimana, nella rubrica delle “Pillole” di Cultura valeggiana parliamo di: 

 Una storica imbarcazione valeggiana: “el sandolì”.

Nato da un’idea dell’Ing.Cristoforo Bertolini (foto 1), “el sandolì” (foto 2), agile ma fragile imbarcazione in legno e tela, è stato per la prima volta realizzato intorno al 1960 nella bottega dei fratelli Pavan.

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Foto 2

Il ”cantiere Pavan” era noto dalla metà degli anni cinquanta per aver già costruito altri natanti in legno, come per esempio quello con bilanciere laterale denominato “Navy Forrestal” (foto da 3 a 5), nome mutuato dalla più nota portaerei americana.

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Foto 3
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Foto 5

L’Ing.Bertolini sottopose il progetto, ispirato da un articolo trovato su una rivista specializzata, ai fratelli Remigio e Antonio Pavan i quali, con abilità e maestria, costruirono lo scheletro del natante con stecche e tramezzi in legno, lo ricoprirono con robusta tela olona (“comprada en piassa da Balòsso”) e lo impermeabilizzarono con varie pennellate di resina bicomponente.

Dipinto e dotato di una robusta pagaia, il primo sandolì” uscito dal cantiere, fu trasportato per mezzo di un carretto sulle rive del Mincio e solennemente varato con il nome di “Daisy”(foto 6), versione originale inglese della disneyana Paperina.

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Foto 6

In quelle lontane ed afose estati segnate dalla musica “beat”, complice anche l’apertura sulle rive del Mincio del bar Tre Mulini (gestito dalla famiglia Galetto) e fino all’arrivo delle moderne canoe in vetroresina, i “sandolìgn” (autocostruiti) si moltiplicarono fra le insidiose onde del fiume, assicurando un sano divertimento a molti giovani valeggiani (foto da 7 a 9).

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Foto 7
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Foto 9