1944: Mussolini a Valeggio?

1944: MUSSOLINI ERA DECISO TRASFERIRSI A VALEGGIO.
di Cesare Farinelli
In alcune lettere, inviate all’amante Clara Petacci, il duce manifestò la ferma volontà di lasciare la “prigionia” di Gargnano per spostarsi a Valeggio, luogo che riteneva migliore rispetto a quello lacustre, per lui divenuto un isolamento deprimente:
«9 febbraio 1944: Mia cara piccola, …che io sloggerò da Gargnano è sicuro. È necessario. …La villa più conveniente è quella di Valeggio. E vi andrò non appena pronta. Il che accadrà alla fine del mese».
«10 febbraio 1944: …Io aspetto sempre che la villa di Valeggio sia liberata dall’ipoteca postavi da un Comando tedesco che non si è fatto più vivo. Comunque è chiaro — deciso — che alla fine del mese me ne andrò, perché, francamente, tutto ciò comincia ad avere l’aria di una segregazione…».
20 marzo 1944: Due ufficiali italiani, il colonnello Marino e il console della milizia Riccardo Rosa Uliana, si incontrarono in Valeggio con due ufficiali tedeschi, il capitano Helmut Hoppe dell’ambasciata germanica e un colonnello della Luftwaffe, inviato dal maresciallo Von Richtofen con l’ordine di bloccare il trasferimento del duce.
Dopo la visita a villa Maffei-Sigurtà, i tedeschi dichiararono che non era sicura, facilmente individuabile dalla ricognizione aerea e situata tra gli aeroporti militari di Villafranca e Ghedi, esposta quindi ai bombardamenti anglo-americani. Inoltre, rilevarono che il paese era piccolo e non aveva grandi possibilità di servizi per ospitare il Quartier Generale della Repubblica Sociale. Conclusero affermando che era basilare per la Luftwaffe mantenervi gli uffici e i comandi già dislocati dalle basi aeree citate.
In serata, i due ufficiali italiani informarono uno sconsolato Mussolini che avrebbe dovuto scegliersi un’altra destinazione.
«21 marzo 1944: …Clara, come prevedevi l’ipotesi di Valeggio è tramontata. Si trova fra due campi di aviazione e quindi ecc. ecc. Mi si propone un’altra località a 6 km da Verona, San Martino Buon Albergo.
(…) Ma dopo gli ultimi sviluppi è inutile muoversi. Io non amo i laghi, non sono correnti come i fiumi, non sono grandi come il mare. Sono un compromesso e io non amo i compromessi…».
Nell’autunno del 1943, la Luftwaffe aveva requisito villa Sagramoso-Portalupi e villa Maffei-Sigurtà dove, nel grande parco, aveva realizzato una pista di volo per i piccoli aerei Fieseler Fi 156 “Storch” (Cicogna), usati per mantenere rapidi collegamenti con gli aeroporti.
Fra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945, Verona subì 34 bombardamenti, alcuni dei quali anche sull’aeroporto di Villafranca.
A Valeggio, furono bersagliati i depositi di munizioni dislocati sulle colline: Monte Mamaor, Monte Vento e Monte Bianco; nonché i ponti sul Mincio.
Nell’aprile del 1945, un ricognitore notturno, chiamato ironicamente dalla gente “Pippo”, sganciò degli spezzoni esplosivi sul paese provocando danni, qualche ferito ma nessuna vittima.
Se il duce con tutto il suo seguito si fosse trasferito a Valeggio, il nostro paese si sarebbe trasformato in un campo di battaglia e la popolazione ne avrebbe pagato le tragiche conseguenze.
Fortunatamente, le cose andarono diversamente.







